Le dipendenze: lavoro, affetti, gioco d’azzardo

Le dimensioni affettive, lavorative e ludiche sono spesso ambiti fondamentali della vita di una persona. In alcune circostanze, può accadere che una o più di queste dimensioni sia caratterizzata da un assetto di dipendenza.

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Dipendenza dal lavoro

La normale dedizione al lavoro può diventare una dipendenza quando non ha più una funzione di sopravvivenza o di sana passione, ma serve a coprire mancanze esistenziali o problemi familiari.
Il tratto più subdolo della dipendenza da lavoro è il suo essere congruente (a differenza delle altre dipendenze) con le aspettative sociali: essere produttivi, infatti, è una delle attese più pressanti della società in cui viviamo.

Dipendenza dagli affetti

Si sviluppa una dipendenza dal partner (o da un amico) quando si ricerca in modo spasmodico il contatto e persino la fusione con lui/lei.
L’altra persona diventa l’unico scopo e centro della propria vita. Non si riesce più a “funzionare” socialmente senza che qualcun altro si prenda cura. Si tende a demandare le proprie scelte, a chiedere rassicurazioni e conferme, con la costante sensazione di “non farcela” da soli. Così, quando la relazione di dipendenza si interrompe, tutto il proprio mondo va in frantumi. Inoltre, per evitare di “perdere” la persona di riferimento, si rischia di diventare particolarmente accondiscendenti e compiacenti nei suoi confronti, annullando sé stessi.

Dipendenza dal gioco d’azzardo patologico

La dipendenza dal gioco spesso si verifica quando non si riesce a fare a meno del  piacere e dall’eccitazione che deriva dal gioco.
La perdita di controllo e la pervasività del gioco comportano il deterioramento dei rapporti affettivi, sociali e lavorativi. Si può giocare in maniera regolare o occasionale ma in genere si tende ad aumentare la frequenza delle puntate, l’entità delle somme e quindi la dedizione al gioco e la ricerca di denaro, portando all’allontanamento dalla famiglia, alla solitudine e spesso anche a problemi legali.

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