Disturbi del comportamento alimentare

Il rapporto con il cibo ha un’influenza diretta non solo sul proprio stato di salute fisico ma anche su quello emotivo. D’altro canto, le dinamiche emotive condizionano e regolano quelle alimentari. E ogni eccessivo disequilibrio alimentare racconta, spesso, disagi più profondi.

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Anoressia

L’anoressia è caratterizzata dall’incapacità di mantenere un peso minimo compatibile con la salute fisica e dalla paura intensa di poter ingrassare nonostante la perdita di peso. L’anoressia è caratterizzata da una distorta percezione della propria immagine fisica (ci si vede sempre grassi) e da un’eccessiva preoccupazione per il proprio peso corporeo.

L’ossessione per la forma fisica e la paura esagerata di ingrassare possono nascondere difficoltà emotive e avere un impatto negativo su ogni aspetto della propria vita. Si tende a non assumere cibo, a saltare i pasti, a vivere in simbiosi con la bilancia, a sottoporsi a diete estenuanti pur di raggiungere un obiettivo di peso che è sempre più lontano.

L’anoressia può essere restrittiva quando prevalgono digiuno ed eccessiva attività fisica in assenza di regolari abbuffate o comportamenti di eliminazione (vomito autoindotto, abuso di lassativi o diuretici). Si ha paura di mangiare in pubblico o di partecipare a eventi sociali. L’autostima dipende esclusivamente dal peso del corpo. Oltre al disagio piscologico, i disturbi del comportamento alimentare negli stati più avanzati coinvolgono anche la salute fisica (per esempio, patologie a carico del cuore o dell’apparato digestivo). Il tasso di mortalità raggiunge la percentuale del 4%.

Bulimia

Chi soffre di bulimia sente la necessità di mangiare continuamente, al di là della percezione di fame, e tende a ingurgitare quantità di cibo eccessive rispetto ai reali bisogni.

Si ha la sensazione di perdere del tutto il controllo davanti al frigo e alla dispensa, si ha voglia di dolci o di snack anche dopo un pasto abbondante. Ma la sensazione di appagamento è seguita da un profondo senso di colpa che provoca, a sua volta, la necessità di riparare con comportamenti “compensativi” come indurre il vomito o assumere diuretici. Le condotte di eliminazione possono provocare erosione dello smalto dentale, rigonfiamento delle ghiandole salivari, edema, alterazioni dei livelli elettrolitici, lacerazioni delle pareti dell’esofago. Disturbi dell’umore, ansia, irritabilità, affaticamento, difficoltà di concentrazione sono sintomi molto comuni e spingono a rifugiarsi nel cibo per placarli. Innescando, così, un vortice vizioso.

Binge eating

Il Binge eating, o disturbo da alimentazione incontrollata, è caratterizzata come la bulimia da episodi più o meno ricorrenti di abbuffate.

In questo caso, però, le abbuffate non sono seguite da episodi di vomito o altri comportamenti compensativi. Per questo chi soffre di Binge eating ha alte probabilità di diventare obeso. Durante le abbuffate ci si sente a disagio, ci si vergogna di sé stessi e fermarsi sembra impossibile, almeno finché non si percepisce quella dolorosa sensazione di pienezza e di disgusto. La persona mangia in solitudine per l’imbarazzo o la vergogna che prova proprio per la quantità di cibo che assume. Le relazioni sociali, le amicizie, il lavoro possono essere pesantemente compromesse dal pensiero assillante del cibo.

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